MIa recensione de: "I Mercenari 2", di Simon Wes (1)
"IL GRANDANGOLO NO!"
recensioni cinematografiche a cura di
Francesco Cusa
"I Mercenari 2" (1)
Che rammarico che questo sequel non sia stato diretto ancora da Stallone. L'operazione di carnezzeria dei primo film ci aveva ampiamente e lautamente soddisfatti, mentre queste frattaglie di secondo taglio ci lasciano alquanto indifferenti.
Grumi di trama e barlumi di riflessione paiono insidiarsi con esiti cancerogeni sulla scena, contaminando irrimediabilmente il carattere del capostipite. La brutale esposizione di corpi e cadaveri maciullati che finiva con l'essere forma e sostanza di un microuniverso senza storia né divenire - macelleria e macellaio nell'atto della macellazione, macellaio dal corpo maciullato che macella corpi privi di corpo, masse informi in uniforme macellate di Diritto - qui si contamina con elementi estranei, brandelli di senso sparsi: il commercio del plutonio, il senso della vendetta, amori impossibili.
Virus che finiscono col compromettere irrimediabilmente la natura dell'operazione, rendendo vani gli sforzi dei nostri eroi caricaturali, vere e proprie maschere tragicomiche, adesso intrappolate nell'umbratile parvenza di una sceneggiatura. Certo, quando ad un certo punto Chuck Norris appare nei panni del Messia Salvatore munito di rinnovata dentizione, il nostro cuore non può che gonfiarsi di gioia sincera. Ma sono pochi secondi di trascendenza.
Poi il buon'uomo viene ricondotto a belare nel gregge di pecore Dolly: Stallone che assomiglia uguale uguale a mio nonno coi muscoli, il rettiliano Schwarzenegger, e il sempre più glabro Wilis.
Le loro battute ironiche, autoreferenziali, più che far ridere inducono a una fibrillazione di epispasmi facciali, che con contegno cerchiamo di mascherare nel buio della sala, vergognandoci anche un poco.
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