"Pensieri Sparsi"
La Sicilia, un tempo culla degli Dei, emana ancora scampoli di Bellezza nonostante bipedi pigmentati, frutto dell'aberrazione degli ultimi decenni, continuino con l'opera entropica. Esseri ciechi e sordi, urlanti, cascame senza colpa, indefessamente attivi sotto i vessilli dell'Orda, brulicanti di vita aliena, essi sono la Voce e il Corpo di questo Canto Dissolutorio. Si rimane rapiti, ancora, ciononostante, di fronte alla bellezza di un'alba. Ci si chiede come sia ancora possibile. Poi ci si sente grati. Un sentimento alternativo e sincero pare attivarsi. Nel contrasto essere grati di vivere in qualità di controcanto, silenziosamente e senza neanche protestare. Nella dissoluzione i germi di una futura palingenesi. Così è scritto da qualche parte nell'Akasha.
francesco Cusa
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