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Francesco Cusa - Official Website - Un mio articolo per "Sicilia Report" e la mia rubrica "Lo Stiletto": La pessima

Un mio articolo per "Sicilia Report" e la mia rubrica "Lo Stiletto": La pessima

2019-01-18

L’Italia è stata rigenerata dalle lezioni televisive del Maestro Manzi e dalle inchieste di Soldati, nonché alfabetizzata da un americano senza grammatiche quale il Bongiorno. Il compito dell’educazione scolastica rimane quello della stimolazione fantastica, della fantasia quale “significazione assoluta”. Nessuno può – per statuto – raccattare le evacuazioni della “jouissance”, i residui, le oasi del godimento prodotti dalla pulsione (Jacques- Alain Miller). È il Maestro, è il Fallo Cieco, è il bastone lenitivo sulle dita a recidere il Dominio della Fantasia. Ecco perché assistiamo a questa castrazione della Cosa, a questo teatro scolastico privo di necessità. Alfabetizzare è un Dovere dello Stato Democratico Tiranno, studiare è (dovrebbe essere) “jouissance”.
Il Maestro maschio è il Domatore del Godimento, non la Maestra che incarnerà SEMPRE (per maschi e femmine, anticipiamo eventuali isterismi) l’impossibilità della simbolizzazione, la famosa “interpellanza fallita”, giacché troppo adiacente alla Madre-Cosa o se preferite, alla Cosa Traumatica. È il randello satori ciò che spezza la deriva illimitata del godimento. Il Maestro E’ donna, e funge da argine fantasmagorico come schermo per il desiderio dell’Altro: non ha la vulva che, notoriamente, è recipiente atto a contenere quella “X” che rappresenta “la cosa che è più della cosa”. Il Maestro-Femmina è dotato di componente fallica atta a fungere da deterrente all’eccessiva adiacenza con il Sostituto Materno (vedi i risultati devastanti di questo nuovo modello scolastico). Non dico di studiare e conoscere per bene certe simbologie fondanti, ma almeno conoscere quattro carte dei tarocchi… (precisiamo ulteriormente eventuali derive isteriche: il processo di castrazione descritto da quel grande manipolatore di Freud è relativo ai due sessi. La figura è SEMPRE quella paterna, compatibilmente agli incroci possibili).
Lo spunto per tale riflessione è questo articolo della Magli di qualche anno fa che mi è ricapitato, non so come, di avere sotto mano