Recensione di
- "Coco" di Lee Unkrich e Adrian Molina (10)
“Coco” è uno straordinario film, una di quelle opere che hanno il compito di riunificare e accogliere le frammentarie coscienze degli abitanti del pianeta Terra. E’ la testimonianza di come si possa essere precipitati nell’immaginario di una cultura “altra” senza alcuna mediazione: basta una bella storia, una buona dose di curiosità e la capacità di generare meraviglie. Questo fanno magicamente Lee Unkrich e Adrian Molina, grazie ad una magnificenza nutrita di leggiadria che trasporta verso l’indefinito spazio delle emozioni universali.
Le tematiche del film targato Pixar sono serissime: si parla di mondo dei vivi e regno dei morti, di celebrazione della memoria, di culto della rimembranza, di ponti fioriti tra Terra e Cielo, di animali mitici…sembra di essere di fronte alla continuazione in salsa “chili” di “Inside Out”, solo che qui le emozioni sono vivide e reali, sia al di là che al di qua del cielo.
C’è una sottile linea che unisce tanti film della Pixar, da “A Toy Story” a “Up” fino a “Coco”. Sono i temi della perdita, dell’abbandono e del diverso, dell’anomalia che sconvolge e produce catarsi dopo un travaglio essenziale e doloroso.
“Coco” è un tripudio di luci, colori e musica. E’ finalmente un film musicale (sulla musica come veicolo catartico) che non scimmiotta il “musical”.
Oramai i prodotti Pixar hanno di fatto sostituito la valenza di quelli che un tempo venivano definiti “romanzi di formazione”, giacché la cifra sinestetica e il portato emotivo evocati da simili opere sono oramai in grado di scrostare e sconvolgere le impasse dell’immaginario di ogni adolescente.
In “Coco” tutto, dal cane Dante, ad ogni singolo componente della famiglia Ravera è coralità e flusso eterno, percorso iniziatico che si costituisce e delinea a partire da ogni scioglimento di ganglio e nodo energetico. La festa dei morti è festa delle anime e dei corpi, è gioia del riconoscimento e simbologia di un legame tra mondi che risale fino alle epopee di Gilgamesh.
Così volano la bisnonna-bimba “Coco” e il nonnino di “Up”: su palloncini colorati.
Da vedere assolutamente.
Francesco Cusa
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