Recensione de L’altro volto della speranza di Aki Kaurismaki (9)
Il surrealismo di Kaurismaki raggiunge l’apice nel suo ultimo L’altro volto della speranza. Il regista finlandese affronta il tema dell’immigrazione con la sua solita flemmatica poetica dello scardinamento dell’immagine, della sospensione della dinamica dei personaggi, i quali “stanno” con tutto il loro passato come dentro ad una vasca temporale per pesci. I risultati sono “devastanti” e questo “stratagemma filmico” – sua vera e propria “techné” e marchio di fabbrica,- colloca le storie ed i fatti in una prospettiva ellittica, sbilenca, che distorce la narrazione con sottilissimi giochi di lenti per poi declinarla, nel processo peculiare della sua poetica, come sgranata, limpida, vivida nella sua essenza.
Khaled e Vikström sono i due personaggi che si incontrano ellitticamente, secondo traiettorie imperscrutabili che collimano in una sorta di zenith, di momento topico in cui collassano le dinamiche della cronaca e della prospettiva storica.
Un processo alchemico quello di Kaurismaki che trova il suo amalgama grazie al surreale umorismo che caratterizza, o sarebbe meglio dire connota, tutta la sua opera, garantendo una sorta di cornice/canovaccio d’ambientazione atta a deframmentare il quotidiano, a parcellizzarlo in microbolle di densità. E’ proprio questa “sospensione” a determinare la creazione di mondi e universi paralleli in cui si sfilacciano i quadri del racconto, nella microscopica taratura di ogni dettaglio che finisce col debordare dallo schermo per poi addensarsi in un altro momento che costituirà un ulteriore straniamento. La realtà Kaurismaki ce la filtra col setaccio e la sua straordinaria maestria sta tutta nella sua capacità di incastonare queste “vite” in meravigliose perle di cinema, ove “tout se tient”, per dirla con De Saussure, vita e opera, nella fissità universale della forza delle immagini.
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L’altro volto della speranza (Fi 2017)
di Aki Kaurismaki
con Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivula, Janne Hyytiäinen, Kaija Pakarinen
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