"The Raven"", di James McTeigue (6)
Due ore gradevoli, nulla di più, per questo lavoro di James McTeique, già autore del famoso "V per Vendetta".
Un affaticato John Cusack, qui nientedimeno che negli scomodi panni di Edgar Allan Poe, si ritrova suo malgrado detective alla caccia di un fantomatico serial killer che uccide e semina morte ispirandosi agli omicidi narrati nei racconti dello stesso Poe. E fin qui, noi crapuloni e amanti delle iperbole, possiamo anche starci, disposti come siamo anche ad accettare gli inverosimili azzardi del Nemico Incappucciato, che provoca e lascia indizi a più non posso, senza mai esser beccato, sfuggendo a intere legioni di imbranati poliziotti. Il problema in The Raven è l'assoluta mancanza di pathos, di coinvolgimento: Cusack - amabile in altri ruoli - con quella faccia sembra sospingerci piuttosto verso aspettative di ilarità, in questo caso mal riposte. Si rimane così con le guance tirate, in attesa di non si sa bene cosa. Siamo di fronte ad sorta di ghotic-thriller privo di azione che non spicca mai il volo, ad una specie di esperimento affabulatorio riuscito solo parzialmente. Pochi i colpi di scena, troppi salti nella trama. Queste le falle enormi di questo film, che pure pare rievocare atmosfere affini a quelle dell'ultimo "Sherlock Holmes".
La sbiadita ricostruzione ambientale della Baltimora di metà ottocento non contribuisce di certo a far levitare il nostro giudizio al di là di una risicata sufficienza, in gran parte legittimata dalle contorsioni della bella Alice Eve rinchiusa dentro alla bara, scena non proprio originalissima, ma sempre d'effetto per noi amanti del "Glory Hole".
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