Mio articolo per "Cultura Commestibile": "LA DISGRAZIA DELLA MODA DEL MINIPANTAL
MIO ULTIMO ARTICOLO SU "LA DISGRAZIA DELLA MODA DEL MINIPANTALONCINO PER IL MASCHIO ITALIANO". SU "CULTURA COMMESTIBILE: "IL CATTIVISSIMO". - Questa stramaledetta moda del “minipantaloncino” è uno strumento raffinato di tortura. Torco il collo a destra e a manca come un disgraziato animale al laccio. Cosce tornite, cosce muscolose, polpacci, glutei in evidenza. E’ una dannazione dell’anima. Raschia la vita mentre rischio la vita: la rischiamo io e il mio stramaledetto scooter. Evito pali, marciapiedi, cartelloni, passanti, pensionati, carrozzine, sacerdoti, cassonetti, postini, pioppi e cani, tanti cani …mi è ancora andata bene. Ma così, non posso e non possiamo continuare. Al bar, io e lo sventurato ragazzo dietro al bancone, stiamo in comunicazione telepatica, lo sguardo torvo in direzione aperitivo, come fosse davvero quella l’ultima cosa da fare al mondo: il miscelare con cura liquidi e ghiacci - lui - col mio fondamentale contributo di concentrazione contemplativa. Il mesmerismo quale unico antidoto all’orda di ragazzine minipantaloncinate che invade il locale. Cosce e culi, culi e cosce. Cosce di culi e culi di cosce. - Potrebbero essere le nostre figlie. Ce lo comunichiamo secondo la tecnica dell’abduction. Il barista mormora qualcosa mentre si appresta a “servirle”, mi fa, sibilando : burqatuttalavita!”. Bevo in una frazione di secondo l’antidoto ed esco. Fuori è estate. Culi e cose, cosce e culi nella perenne Danza Metropolitana, noncuranti, come se l’Italia non avesse alcun problema di debito pubblico, come se non avessimo altro domani al di fuori di questa oscena teatralizzazione. Bene. Visualizzo calendari di Frate Indovino e mi munisco di frasi ad effetto, quali: - E’ arrivato il Generale Inverno! Stempero. Creo uno straniamento, un ambiente neutro, una fodera nella torrida canicola. Così pondero e sentenzio, a futuro memento, mentre tremola l’asfalto in simbiosi alcolica, nall’animismo corretto e giusto delle cose fatte come Cristo comanda. Il discorso è che il pantaloncino dovrebbero indossarlo donne in sovrappeso, vecchie, gente con problemi seri di cellulite, gotta, varici. A ricordarci la decadenza delle mortali spoglie. Ad ammonirci. A rammentarci. Non ‘ste ragazze leggiadre, non queste mamme scontente ma toniche, nell’epoca dell’avvitamento delle monogamia. Tutta questa Grazia del Signore scarnificata non è commensurabile, né fruibile, men che meno contemplabile. La formosa e flessuosa irruzione della donna in pantaloncino che investe il campo visivo di uno sventurato passante è roba che attiene al sovrasensibile, non è esperienza che può darsi senza conseguenze. Diamine! c’era un motivo se tutto questo ben di Dio è stato occultato in un passato sano e consapevole! E’ un dolore sordo a livello del plesso solare, una forma di kierkegaardiana angoscia quella che attanaglia il maschio alla gola, a cui non rimane che l’imprecazione sorda, implosa, digrignata fra i denti. Si maledice Venere, la deità. La si continua a maledire dalla Notte dei Tempi. Lustri fa, quantomeno c’era il fischio, per gli italiani del “boom” economico, una forma tollerata di celebrazione della magnificenza della Natura. Adesso neanche quello…troppo volgare, troppo partecipata questa regressione animalesca. Il minipantoloncino, quando incontra l’ambiguità del Bello, precipita l’osservatore su un piano differente della realtà - una sorta di non dualità kashmira, - ponendolo in un multiverso metafisico senza le adeguate contromisure. Questi sperimenta un barlume di spiritualità ultraterrena nel paradosso della cosciona tornita. E’ la Padella Metafisica, quella che rosola e griglia i peccatori. E fa molto male la Padella Metafisica, amici! Cuoce il Male ed il Bene nel loro pre, un istante prima del loro farsi o manifestarsi mediante l’incarnato. Il Canto Angelico sotto forma di culo e coscia è calco e impronta del Divino, manifestazione che per quanto disgraziata e imperfetta (come il piede grifagno di Mefistofele), finisce tuttavia - per queste dimensionalità, - con l’essere fatale al maschio caucasico. Che fare? La soluzione me l’ha data il barman. Mantra. C’è una speranza.- burqatuttalavita burqatuttalavita burqatuttalavita burqatuttalavita burqatuttalavita burqatuttalavita burqatuttalavita burqatuttalavita burqatuttalavita burqatuttalavita burqatuttalavita…Dalle parti dell’infinito, si riveste il Crudele. PS: Ma secondo voi, chi ha visto veramente un angelo, lo ha trovato: bello?
Seguimi!
PLAY MUSIC!