Servizio fotografico di Paolo Soriani per Jazzit - il:2017-09-14
Grazie a Paolo Soriani,alla sua fotografia, e per le belle parole. "Francesco Cusa, L'alchimista.
Ogni definizione è inutile e restrittiva. Un uomo con un'energia creativa inesauribile. Perfetto mix tra Mefistofele ed un monaco cluniacense, un personaggio che sembra uscito da un romanzo di Umberto Eco. Francesco non è solo un musicista… scrittore, filosofo, erudito e chissà cos’altro, per me è la reincarnazione di un alchimista rinascimentale. A questo si aggiunga la sua aria mefistofelica a dispetto di una personalità estremamente gentile e disponibile; è stato il primo a presentarsi sul set, e a testare il Chesterfield. L’ho colorato con una gelatina per rendere una atmosfera infernale; poi ho letto i suoi racconti e ho capito che non avevo esagerato. Ma che quella era comunque solo una delle sue mille anime. Non mi stupirei se avesse degli eteronomi…"
Recensione di "Love" di FC & The Assassins a cura di Giuseppe Carbone - il:2017-09-14
“LOVE”, “THE ASSASSINS”- Flavio Zanuttini, trumpet, electronics; Cristiano Arcelli, alto saxophone; Giulio Stermieri, Hammond organ, synthesizer; Francesco Cusa, drums, con Francesco Nurra, vocals.
Un disco che bracca l’ascoltatore è raro da trovare. “Love” è tra questi. Pubblicato da Improvvisatore involontario, il disco di The Assassins è una organizzata marcia nella valle dell’Amore, un pellegrinaggio musicale che fa del Jazz una esperienza nel senso hegeliano della “Fenomenologia dello Spirito”, esperienza come viaggio, come vissuto, come ricapitolazione di un divenir coscienti di ciò che si è, ovviamente e puntualmente naufragando, fallendo e coattivamente, ripetendo, soprattutto l’esperienza del precipizio - il precipiziodi Eros. Ma non solo. Che cosa possa dire la parola intorno al suono, essendo la parola suono e il suono lo specchio del Tutto in una vibrazione, chi scrive non lo sa. Ma ognuno dei brani del disco ha un titolo, LOVE e dei sottotitoli, le variabili del discorso amoroso, ma soprattutto i suoi ripiegamenti e le sue fantasmatiche allucinazioni. Queste ne sono la verità - la verità di un di-scorrersi di Eros che è infantilmente turgido di sé e il turgore non perdona. Ma la specificità allucinatoria di questo jazz è nietzscheana. E lo è nel volersi eternamente dello stesso desiderare e di tale desiderare totale essere esecutore e schiavo, è il demone della “Gaia Scienza”: “IL PESO PIU GRANDE. Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: “Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà mai in essa niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni cosa indicibilmente piccola e grande della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra gli alberi e così pure questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta - e tu con essa, granello di polvere!” - Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un atto immane, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: “Tu sei un dio, e mai intesi cosa più divina!”? Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe; la domanda che ti porresti ogni volta e in ogni caso: “Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?” graverebbe sul tuo agire come il peso più grande! Oppure, quanto dovresti amare te stesso e la vita, per NON DESIDERARE più alcun’altra cosa che quest’ultima eterna sanzione, questo suggello?” - “La Gaia Scienza”, V, 341. Ebbene il non desiderare più è l’esser ciò che si è, e ciò che si è è l’evento e gli eventi in atto di ogni istante che realizzano sempre di nuovo ciò che si è. L’amore e le lacrime di Eros sono il demone fantasmatico che ci tende la trappola ma la trappola e la preda e il demone e la luna e il ragno non siamo che noi nella luce di questa coscienza che ha trasformato l’alienato da sé nel creatore di ciò che si è. La verità di “Love” è la narrazione impossibile di questa scelta. La variabili di Eros sono l’inganno della Differenza e l’Identico, il Costante; è l’esser sé del fantasma ineffabile dell’atto d’amore che non può compiersi mai, ma ripetersi come si ripete l’esistente. La voce infantile, nell’ultimo brano, è il cenno di un verso senza coscienza che sembra un amplesso che è insieme nascita, sforzo, eiaculazione, ira e soddisfazione, frustrazione e persino morte che pensa alla vita e si accoppia con il destino, chiude un disco che si inoltra nel cervello e nella carne spirituale di un ascoltatore che prima o poi incontrerà il suo demone che sussurra nelle tenebre. Tenebre d’amore.
Giuseppe Carbone.
Una mia intervista per "La Sicilia" di Catania a cura di gian Nicola Caracoglia - il:2017-09-05
IL PERSONAGGIO
Francesco Cusa, non conosce ostacoli la tigre aliena del jazz
05/09/2017 - 14:13 di Gianni Nicola Caracoglia
Progetti musicali ed editoriali per il batterista catanese
Numerosi i progetti musicali del 2017 per Cusa, compreso il nuovo disco, atteso a novembre, del suo trio "From Sun Ra to Donald Trump". Intanto dal 5 al 9 settembre con l'attore Giuseppe Carbone improvvisa a Catania su testi di Conrad e Poe, e l'8 settembre presenta il suo nuovo libro "Racconti molesti", demolizione definitiva del politicamente corretto
Francesco Cusa o della tigre che supera ogni ostacolo con tanta facilità e allegria. Non è un caso che il batterista e scrittore catanese pone al centro della sua filosofia la frase di Alan Alexander Milne contenuta nel libro per bambini Winnie-the-Pooh, e che è un po’ l’emblema del musicista nudo, il Naked musician che per Cusa intende l’improvvisazione, e non solo nel jazz, come un diverso modo di intendere lo stato dell’essere in opera che ha come fondamento la spontaneità e la fantasia.
Nel suo turbinìo d’artista, che lo vede impegnato anche come insegnante al conservatorio di Monopoli e Benevento, questa settimana vedrà Cusa impegnato sul doppio fronte della musica e della scrittura. A partire dagli incontri “Il mare e l'avventura. Tre racconti per batteria e voce”, tre storie - tra Conrad e Poe, gli eroi, i matti, la follia, il mistero - in tre giorni, improvvisazione con batteria di Francesco Cusa e la voce di Giuseppe Carbone, allo Spazio Giardino Pippo Fava, di via Caronda 82 a Catania per Elvio Amaniera e Compagnia Fabbricateatro. Si inizia martedì 5 settembre con "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad, si prosegue giovedì 7 settembre con "Tifone" sempre di Conrad, si chiude sabato 9 settembre con "Gordon Pym" di Edgar Alla Poe, tutti e tre appuntamenti alle 21. «Si tratta di una scommessa mia e di Giuseppe Carbone – spiega Cusa -. L’idea è quella di creare un percorso narrativo tra voce e suono, ritmo, percussione. Lo facciamo esplorando dei grandi classici del “racconto di mare”, in un viaggio iniziatico che comincia da noi stessi, naufraghi alla deriva e in balia del nostro stesso improvvisare. Carbone è un attore straordinario e anche uno dei più grandi sapienti che abbia mai incontrato. Sarà come sempre una bella avventura».
In mezzo ci sarà lo spazio, venerdì 8 settembre alle 18, al Bookstore Mondadori di piazza Roma a Catania, per presentare il nuovo libro “Racconti molesti”, uscito a giugno per Eris Edizioni che già nel 2014 aveva pubblicato le “Novelle crudeli”. Interverranno Luciano Granozzi, Paolo Anile, Francesco Gennaro e Giuseppe Carbone. I “Racconti Molesti” sono l'evoluzione naturale delle “Novelle Crudeli” del 2014: dal nostro splatter quotidiano di allora, alla demolizione definitiva del politicamente corretto. C'è ancora spazio per una vera cultura alternativa, se non antagonista, in Italia e non solo in Italia?
Racconti molesti di Francesco Cusa
Cusa: «La Molestia permea il quotidiano in maniera più perversa rispetto all’osceno del Crudele, che si conclama in tutta la sua efferatezza consentendo una potenziale via alla catarsi. Dire “alternativo” oggi, nell’era delle “società schiumizzate”, significa poco. L’Italia è un Paese ancora feudale e la globalizzazione funge da ulteriore strumento di vassallaggio. Se proprio vogliamo, essere “alternativi” nell’era dei Gentiloni, per me significa avere il coraggio di essere sinceri e diretti, avere la coscienza linda e la forza per non accettare sordidi compromessi. Sembra una banalità, non lo è affatto. Sono frangenti importanti questi, e occorre essere decorosi per non impazzire. Comunque, questo mio ultimo libro è diviso in capitoli, o meglio, per argomenti, volendo il lettore può sbizzarrirsi. Sono felice di avere una casa editrice capace come Eris Edizioni».
Il 29 settembre Cusa suonerà al Platamone di Catania con gli Assassins, formazione che condivide con il pianista Giulio Stermieri, il sassofonista Giovanni Benvenuti, e la violinista Valeria Sturba, una delle tante realtà musicali ai confini tra jazz sperimentale e musica contemporanea tout court senza fontiere, prodotta da Improvvisatore involontario, collettivo artistico nato 13 anni fa a Catania grazie a Cusa, Paolo Sorge e Carlo Natoli. «Sono molto felice di esibirmi con la mia band, grazie all’invito di Mario Gulisano. In realtà suonerò due volte: la seconda parte prevedrà un concerto con Carmelo Coglitore e Luciano Troja. Improvvisatore Involontario è ormai una label affermata sul piano internazionale. Vanta oltre cinquanta produzioni discografiche ed è stato un collettivo che ha fatto e continua a fare da chioccia a tantissimi giovani musicisti. Chi lo sa che è una realtà concepita a Catania e in Sicilia? Pochi. Siamo sempre attivi e fucina di giovanissimi talenti. Porte sempre aperte: siamo un collettivo accessibile a tutti».
Francesco Cusa & assassins
"Love" disco di Francesco Cusa & The Assassins
Tanti i progetti musicali nuovi nel 2017 dell’”alieno” Cusa, da Frank Sinapsi (omaggio a Sinatra) in duo col chitarrista Enrico Merlin, al nuovo album del Francesco Cusa Trio, “From Sun Ra to Donald Trump”, atteso a novembre, con il contrabbassista Gabriele Evangelista e il pianista Simone Graziano: quale dei due progetti proviene veramente da un altro pianeta? «Entrambi i progetti sono soggetti “alieni”: sia il duo con Merlin, sia il mio trio che si avvale per l’occasione della straordinaria presenza del sassofonista Carlo Atti. Nel senso che si tratta di oggetti che esprimono la mia e nostra idea di sonorità “esterna”, al contempo prossima e distante, in un continuo processo di commistione di materiali, tecniche, ritmiche ecc. E così suonano altrettanto “aliene” anche le ultime fatiche discografiche con Gianni Lenoci, Pierpaolo Martino, Carmelo Coglitore. Alla fin fine musica allegra e divertente. Il nostro amico alieno non è necessariamente un Grigio».
Twitter:Gnc1963
Una mia video intervista sul mio libro "Racconti Molesti" per"Letto, riletto, recensito". - il:2017-09-05
(fonte francescocusa.it)
Batterista, compositore, scrittore, è nato a Catania nel 1966. Intraprende lo studio del pianoforte a quattordici anni, poi passa alla batteria facendo seminari con Ettore Fioravanti, Bruno Biriaco, Roberto Gatto, Massimo Manzi. Si trasferisce a Bologna nel 1989, dove si laurea al Dams nel 1994 con la tesi: “Gli elementi extramusicali nella performance jazzistica”. In quell’humus ha modo di collaborare con artisti provenienti da varie parti d’Italia, come Fabrizio Puglisi, Domenico Caliri, Paolo Fresu ecc. In quegli anni fonda il collettivo bolognese “Bassesfere”, assieme ad altri esponenti della musica jazz e di ricerca di quegli anni. Il suo percorso artisti co lo porterà a suonare negli anni in Francia, Romania, Croazia, Slovenia, Bosnia/Erzegovina, Serbia, Olanda, Germania, Svizzera, Austria, Ungheria, Norvegia, Spagna, Belgio, Danimarca, Polonia, Usa, Cina, Giappone, Etiopia, Turchia. Successivamente fonda assieme a Paolo Sorge il progetto artistico “Improvvisatore Involontario”, che diventerà una delle label più influenti nel panorama italiano del jazz di ricerca. Da sempre interessato all’interdisciplinarità artistica, è anche scrittore di racconti e ha pubblicato diversi articoli di musicologa e di critica cinematografica presso molte riviste specializzate. Ne corso della sua carriera ha realizzato numerosi lavori di creazione e sonorizzazione di musiche per film, teatrali, letterari, di danza e arti visive, collaborando con noti ballerini, poeti e visual performers. Attualmente è leader dell’FCT TRIO con Simone Graziano e Gabriele Evangelista, del FRANCESCO CUSA & THE ASSASSINS, dell’ensemble: “THE NAKED MUSICIANS” e del progetto di sonorizzazione di film d’epoca “SOLOMOVIE”. Il suo Naked Musicians” è un metodo di conduction musicale che è stato realizzato in varie parti del mondo e da cui è stato tratto anche un libro di teoria musicale sulla “conduction”, chiamato, appunto “Naked Performers”. Ha eseguito musiche di Yotam Haber, Emilio Galante, Cristina Zavalloni, Magma, Alfredo Impullitti, Domenico Caliri, Tim Berne e molti altri.
Carriera letteraria:
Novelle Crudeli, (il pamphlet), Eris Edizioni, 2011.
Novelle Crudeli, dall’orrore e dal grottesco quotidiano, Eris Edizioni, 2014.
Ridetti e Ricontraddetti, Carthago Edizioni, 2016.
Racconti Molesti, Eris Edizioni, 2017.
FRANCESCO CUSA, RACCONTI MOLESTI, ERIS EDIZIONI, € 12. VOTO 8 e 1/2.
Recensione di "Wet Cats" dal blog di Jean-Michel Van Schouwburg - il:2017-09-04
Une longue improvisation en duo piano/percussions parue sur le label Amirani du saxophoniste Gianni Mimmo. Le pianiste Gianni Lenoci travaille régulièrement avec Mimmo en duo ou en groupe, les Reciprocal Uncles, pour lesquels un remarquable cd a été gravé en 2010 sous cette dénomination (Amirani AMRN022). Avec le batteur Francesco Cusa, on entend aussi Lenoci au piano préparé et pour finir discrètement à la wooden flute. La musique du duo est tendue par les groove secs installés par le batteur et autour des quels le pianiste improvise avec un toucher et une classe impressionnantes. On trouve chez lui bon nombre des qualités pianistiques qu’on apprécie chez Agusti Fernandez, Georg Graewe, voire Fred Van Hove. Une belle logique et un sens réel de l’improvisation. La trajectoire du duo traverse des domaines variés proches d’une démarche contemporaine et se rapproche d’un jazz d’avant garde puissant basé sur des tempi autour duquel les deux improvisateurs tournent adroitement durant une belle séquence. Francesco Cusa est avant tout un batteur de jazz à risques qui ne craint pas l’aventure. J’avais beaucoup apprécié un trio roboratif avec l’inoubliable saxophoniste alto sicilien Gianni Gebbia où Cusa était absolument à son avantage. Donc, dans cet album, la musique est remarquable, le pianiste brillant et lumineux avec un savoir faire haut de gamme et le batteur tout à fait à la hauteur. Sachant très bien qu’il ne faut pas attendre des choses très audacieuses, question « liberté », de la part de Francesco Cusa parce que sa pratique est orientée vers la rythmique, je ne vais pas me plaindre. Mais j’aurais préféré une orientation plus chercheuse ou exploratoire au niveau des paramètres sonores et percussifs, des formes et des échanges. On pense à Roger Turner qui vient (enfin !) d’enregistrer avec Fred Van Hove, Martin Blume, Mark Sanders, Paul Lovens ou Marcello Magliocchi, lui aussi de Monopoli comme le pianiste. Cela dit cette musique fera le bonheur de ceux pour qui cette orientation correspond à leurs attentes, car elle est magnifiquement jouée.
Recensione di Gianni Lenoci Francesco Cusa – Wet Cats - Per "Music Zoom" - il:2017-08-26
Fra i protagonisti dell’avanguardia in Italia Gianni Lenoci qui al pianoforte, pianoforte preparato e flauto e Francesco Cusa alla batteria occupano un posto speciale per la loro continua ricerca, sia nel campo dell’improvvisazione che nell’esecuzione (Lenoci è spesso coinvolto in progetti in cui esegue le partiture di compositori contemporanei). Questa volta sono faccia a faccia da soli in un progetto ambizioso, un duo in studio che non conosce limiti creativi, cinquantuno minuti di musica che sono un continuo scambio di idee, un flusso di suoni che non accetta interruzioni, un’avventura in cui ci si lancia per venirne risucchiati per quasi un’ora. All’interno della lunga esecuzione si distinguono momenti diversi che avrebbero potuto essere brani messi insieme in un ordine scelto a posteriori durante il missaggio. Invece la scelta, quasi provocatoria, di lasciare tutto così come si è svolto in studio, quasi un momento magico che si prolunga all’infinito. Si passa dalle atmosfere alla Cecil Taylor (che spesso ha suonato in duo con batteristi) a situazioni più rilassate, ma la cosa più importante é il dialogo, il continuo rilancio di idee, l’empatia, la comprensione fra i due che li porta ad eseguire in tempo reale tutte le idee che passano per la testa senza che spuntino conflitti o si pensi a ripetere il pezzo. Incisioni così sono sempre una sorpresa, per il pubblico e per i musicisti, anche loro in preda quasi ad una trance che fa di questo disco qualcosa di speciale, anche in un campo così fuori dall’ordinario come è l’avanguardia.
Genere: avanguardia
Label: Amirani Records
Anno 2017
Tracklist
01. Wet cats
Gaetano Marino legge quattro racconti tratti da "Racconti Molesti" - il:2017-08-10
Recensione presentazione "Racconti Molesti" Libreria Vicolo Stretto (CT) - il:2017-08-04
Nello scenario della libreria Vicolo Stretto di Catania, conosciuto per i suoi molteplici eventi culturali e per la simpatia e l’accoglienza da parte delle due sorelle proprietarie, la settimana scorsa si è tenuto l’ultimo appuntamento stagionale di incontri e presentazioni di scrittori emergenti e non. Per l’occasione, il protagonista è stato Francesco Cusa con i suoi Racconti Molesti, il quale ci ha svelato, accompagnato da Rosario Gianino, Giuseppe Carbone e Francesco Di Bartolo, i retroscena del suo romanzo e le scenette moleste di alcuni dei racconti presenti nel libro.
Chi è Francesco Cusa
Nato a Catania, Francesco Cusa è un batterista e compositore, nonché scrittore. Co-fondatore del collettivo bolognese Bassesfere, è attualmente impegnato con il progetto artistico di killeraggio comunicativo “Improvvisatore Involontario”. Ha partecipato a tantissimi festival internazionali di musica. Attivo nell’ambito dell’interdisciplineità artistica, ha realizzato numerosi lavori di creazione e sonorizzazione di musiche per film, teatrali, letterari, di danza e arti visive. Ha collaborato con noti ballerini, poeti e visual performers. Leader del “Francesco Cusa Trio”, suona anche con molteplici gruppi musicali. Il workshop “Naked Musicians”, aperto a tutti gli strumentisti e senza limiti di competenza, è stato realizzato in varie parti del mondo. Da qui è stato tratto anche un libro di teoria musicale sulla “conduction”, chiamato “Naked Performers”. Da alcuni anni alterna la professione del musicista a quella dello scrittore di novelle (“Novelle Crudeli”, “Ridetti e Ricontraddetti”, “Racconti Molesti” editi per Eris Edizioni e Carthago).
Presentazione del libro “Racconti Molesti” di Francesco Cusa
Tra le atmosfere surreali e la nebbia che incombe sulle vie di Bologna e di Catania, conosciamo dei personaggi, uomini e donne, che è possibile trovare intorno a noi e che vivono nel quotidiano. Cusa ce li mostra in tutta la loro presenza molestatrice con un tocco di ironia e di retorica. Nel libro è possibile trovare una vera e propria ontologia della molestia, come un mantra terrificante che incombe sulla nostra esistenza. L’odioso viene raccontato come un’entità a sé, che tormenta la quotidianeità nostra e del protagonista, intervenendo come disturbatore. Il personaggio del libro è assediato dalla realtà e, nei vari racconti, enumera tutti i motivi per cui non riesce ad arrivarci. Tante sono le sue ossessioni e tante sono le cose che detesta, come per esempio l’allegria forzata alle festa che viene esposta nel racconto del Capodanno.
I mille volti di Ingrid
Nell’ultimo racconto del libro viene presentata Ingrid, una donna che sarà per il protagonista l’avvento alla realtà tanto ambita in tutto il suo percorso. Essa viene rivelata come un essere perfetto (come se fosse una macchina), ma in realtà è la parte più molestatrice di tutto il libro. Il volto di Ingrid ha varie sfaccettature: è ossessivo, psicopatico, marginale. Viene mostrato in tanti racconti di Cusa, come per esempio in quello dove viene riportata l’avventura al supermercato con una vecchia alla fila alla cassa davanti al protagonista. Specialmente in questo racconto viene mostrata tutta la bravura di Cusa e tutta la parte molestatrice della vecchia-Ingrid. Attraverso una prosa acrobatica, infatti, l’autore riesce a far integrare nel protagonista la coscienza della vecchia, diventando lui stesso il disturbatore ed integrandosi con l’elemento fino a quel punto molesto: lei è lui e lui è la vecchia.
Il libro “Racconti Molesti” con tutte le innumerevoli avventure che il protagonista si troverà ad affrontare, vi travolgeranno del tutto. Fatevi “molestare” dai racconti di Francesco Cusa. Vi immergeranno in una quotidianeità sotto molto aspetti disturbante, ma esilarante.
Due Racconti Molesti selezionati da NAZIONE INDIANA - il:2017-08-04
Recensione di "Frank Sinapsi" per MUSICALNEWS - il:2017-08-04
Sin dalla copertina si intuisce l'anacronismo di questo bel progetto, perche' la china di Mattia Franceschini e' nervosa, non richiama le atmosfere di Cole Porter e da un barlume di luce a Enrico Merlin e Francesco Cusa.
12 brani e dodici voli pindarici, irrispettosi di quella grande storia musicale che è stata vissuta da Frank Sinatra detto The voice: il progetto di Enrico Merlin e Francesco Cusa lo fa arrivare dallo spazio e con le costellazioni cerca poi di dialogare, cavalcando suoni sincopati ..
Ma l'opera di distruzione/costruzione è completata da mezze frasi in diversi idiomi, proponendo uno spaccato circadiano dal quale è difficile sottrarsi.
Come un gorgo acquatico, That voice from space ci riporta alle jam free jazz e prog rock, dove chi aveva un Farfisa era uno con tanti soldi e di Korg se ne parlava poco. Confessa Enrico Merlin ...A grande richiesta uno dei collage da me realizzati come elementi di connessione nel disco di Frank Sinapsi. L'idea è nata dal commento di un tradizionalista senza freni, che basandosi sul video che ci ritrae in studio mentre registriamo la prima traccia del cd, ha esclamato: «Ma Sinatra dov'è?!». Allora io ho realizzato dei collage in stile plunderphonics in cui la voce di Sinatra c'è solo in spirito. Questo è uno di quelli... Buon divertimento!
Alla luce di queste sue parole, mi riesce più facile collocare questo disco tra quelli che nel biennio 1970/80 potevano fare da sfondo (o da colonna sonora) ad una mostra di mail art o ad uno spettacolo anarchico in mezzo ad una pubblica piazza: bei tempi quelli in cui si aveva il coraggio di sperimentare, mentre ora (soprattutto musicalmente) gli artisti sono un po' troppo ingessati…
La sinapsi con That voice from space corrono libere, producendo dopamina a go-go e senza l’ausilio di alcuna sostanza chimica: poi ti svegli e domandi a tutti gli astanti.. Bel disco, trip garantito, ma … Sinatra dov’è?
Track list di Frank Sinapsi – That voice from space:
1) Are you the song?
2) On the moony side of the Street
3) Day and night part 1
4) Day and night part 2
5) Flying you to the moon
6) Zero gravity
7) Impeding answers on naked souls
8) Frank Sinatra sends Valentnes to the ultra-vixen
9) A voice from the North
10)Sinastrav
11)The night is blue
12)A great ending to the new beginning
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