Bruce Lee Gallanter su SKRUNCH/LACAN GIRLS: "Psicopatologia Del Serial Killer" (cd esaurito). - il:2019-01-05
Featuring Carlo Carlo H. Natoli on baritone guitar & electronics, Paolo Sorge on guitar, Tony Cattano on trombone, Gaetano Gaetano Joz Santoro on tenor sax and Francesco Cusa on drums & compositions. Quite a strange concept for an avant/jazz disc titled "Psychopathology of a Serial Killer". The cover features a man sitting in a chair, handcuffed, looking down and distraught, his head in hand and his shirt splattered with blood. The woman lieing down behind him on the bed might just be dead or sleeping. There are also four actors (three serial killers and the dead woman) involved and the autobiography of Frank Zappa is mentioned as an inspiration. Hmmm, what a set-up!?! The opening piece features some spooky whispering and creepy samples. "Blatta" features a great M-Base groove with the slamming drums of Francesco Cusa at the center and a fine, spiky guitar solo from Paolo Sorge. Carlo samples an eerie music box on "Nonsense" with more creepy whispering. I dig the sly tenor and trombone harmonies over that infectious groove. Since there is no bassist, the baritone guitarist seems to take this role, playing those great repeating grooves. Mr. Cusa does a great job of composing these twisted, complex rhythms that give the soloists a chance to sketch out and take inspired solos, especially the tenor sax and trombone. Guitarist Paolo Sorge, who also has his own fine CD out on this same label, plays a series of tight and intricate riffs that make the rhythm team sound even better. The voices of the actors are used minimally yet most effectively, the detective story music adding to their collective and ongoing tale. The music does a great job of evoking a eries of scene from this imaginary film. A movie for you mind?!? Yes, indeed. - BLG
Recensione di Bruce Lee Gallanter per il CD "L'Arte Della Guerra" registrato con SKRUNCH/LACAN GIRLS - il:2019-01-05
- I love the way Francesco always has a few different lines moving around one another simultaneously.
- I found that this disc is the best of the bunch that I just reviewed, it is outstanding throughout on various levels. Time to get some more copies from Marco Cappelli, since I know that we will sell out sometime very soon.
Second great disc by drummer/composer Francesco Cusa and his band "Skrunch" who consist of Paolo Sorge on guitar, Carlo Carlo H. Natoli on baritone guitar, Tony Cattano on trombone, Beppe Scardino on bar.i sax and Riccardo Pittau on trumpet and Dario De Filippo on percussion. The introduction and conclusion of this CD features a serious sounding spoken word male voice, spoken in Italian. "Again, Cusa has written some strong, tight, complex and exciting music. "Afrodionisiaco" has layers on interconnected lines going on simultaneously. While the rhythm team of baritone guitar, percussion & drums play their intricate line, the three horns swirl intensely around them and Paolo Sorge takes an amazing guitar solo. "Escape from Pussyland" features just the three horns playing tightly together at the beginning, soon the rhythm section re-enters with more complex guitar lines woven within the layers of lines. I love the way Francesco always has a few different lines moving around one another simultaneously. Guitarist Paolo Sorge is consistently inspired throughout, taking great solos and playing his intricate parts just right. His own disc on this label is good but he gets a chance to shine on this disc in particular. You just have to dig that great hypnotic repeating line that he plays on "Quel Giorno", which features some superb trombone and bari sax solos. I found that this disc is the best of the bunch that I just reviewed, it is outstanding throughout on various levels. Time to get some more copies from Marco cappelli, since I know that we will sell out sometime very soon. - BLG Cover Raffaella Piccolo
Recensione di qualche anno fa di Bruce Lee Gallanter a proposito di "Jacques Lacan, A True Musical Story" - il:2019-01-05
Recensione di FC&The Assassins:"Black Poker" da parte di Bruce Lee Gallanter. - il:2019-01-01
- Black Poker (Clean Feed 504; Portugal) Personnel: Francesco Cusa - drums, The Assassins: Giulio Stermieri- Hammond, piano, Flavio Zanuttini -trumpet, electronics, Giovanni Benvenuti - tenor sax plus the Florence Art Quartet Duccio Bertini - keyboards (on “Elegia”).
- “Here is a record of crossed challenges. A band (The Assassins) with a vocation to improvise freely is co-operating with a classical chamber string ensemble (Florence Art Quartet) specialized in the interpretation of written compositions, determining a very special way to combine two different musical worlds. Drummer Francesco Cusa assumed that task as a composer and an improviser and asked for an experienced partner in order to establish the necessary arrangements and applied strategies, someone who works either with jazz big bands and symphonic orchestras, Duccio Bertini. Italian creative jazz may not be widely known outside of its frontiers, but considering what “Black Poker” show us, we wonder why this happens. The music is organized by parallel planes and these frequently imply the gradual re-composition of the original ideas, in a constant renewal and adaptation of all the parameters. Always searching for the best combination of what comes from the two quartets, without “jazzifying” the strings or turning classical the jazz combo, what you find here is pure gold. That something which defines a good poker player “who deals with hazard and parsimony”, to use Cusa’s own words.”
TRA MUSICA E PAROLE L’intuito del pokerista di Francesco Cusa 28/12/2018 - di Gianni Nicola Caracoglia - il:2019-01-01
TRA MUSICA E PAROLE
L’intuito del pokerista di Francesco Cusa
28/12/2018 - di Gianni Nicola Caracoglia
Un disco jazz pieno di archi classici, "Black Poker" con gli Assassins e la collaborazione del Florence Art Quartet diretto dal compositore Duccio Bertini, e due libri, la raccolta poetica "Stimmate" e la raccolta di aforismi "Amare, dolci pillole" per il batterista-scrittore etneo
In "Black Poker", nuovo album di Cusa and The Assassins, il batterista catanese e i suoi tre musicisti (Giulio Stermieri hammond e piano, Flavio Zanuttini tromba ed elettronica, Giovanni Benvenuti sax tenore) mettono a confronto la loro verve improvvisatoria tipica del jazz con le armonie del quartetto d’archi Florence Art Quartet diretto dal compositore e arrangiatore fiorentino Duccio Bertini
Su un tavolo verde di poker, come in duello di gruppo, ciò che conta è che uno vince e gli altri perdono. Con tutti i mezzi. In musica non è così e le sfide si possono vincere in due. Ne è la dimostrazione Black Poker, nuovo album di Francesco Cusa and The Assassins, dove il batterista catanese e i suoi tre musicisti (Giulio Stermieri hammond e piano, Flavio Zanuttini tromba ed elettronica, Giovanni Benvenuti sax tenore) mettono a confronto la loro verve improvvisatoria tipica del jazz con le armonie del quartetto d’archi Florence Art Quartet diretto dal compositore e arrangiatore fiorentino Duccio Bertini.
Cusa: «Da tempo desideravo che le mie composizioni potessero essere sublimate dai colori del quartetto d’archi. L’occasione si è presentata grazie alla disponibilità di Duccio Bertini che ha saputo perfettamente calarsi nella poetica dei brani scritti per The Assassins, in un perfetto connubio tra arrangiamenti e riadattamenti del materiale in gioco. In questo lavoro ho voluto miscelare la natura ambivalente di alcune mie vecchie composizioni con le nuove partiture, seguendo l’intuito del pokerista, sempre in bilico tra azzardo e parsimonia. Meglio avere per amico un baro che un ragioniere».
Bertini: «Scrivere per un quartetto d’archi è sempre una sfida per ogni arrangiatore e compositore, a maggior ragione se tale scrittura deve essere collocata in un contesto jazz e soprattutto laddove vi è un gruppo come quello degli Assassins che si fonda principalmente sull'improvvisazione. Il lavoro che ho svolto in questa mia collaborazione con Cusa è stato quello di elaborare le melodie iniziali con lo scopo di creare più piani paralleli su cui costruire successivamente gli arrangiamenti e a volte vere ri-composizioni delle melodie originali».
Cusa e Bertini prima hanno registrato il quartetto poi Bertini ha registrato i suoi arrangiamenti degli archi. La musica è tutta scritta, l’improvvisazione c’è ma è all’interno della struttura dei brani: «L’album esce per la Clean Feed, importante etichetta portoghese, forse una delle migliori etichette al mondo – aggiunge Cusa -. Con loro avevo già realizzato l’anno scorso From Sun Ra to Donald Trump del Francesco Cusa Trio».
Non di sola musica, però, vive Cusa ormai. Docenze a parte, la scrittura lo sta assorbendo sempre di più. Sono da poco usciti due nuovi libri, la raccolta poetica Stimmate, edito da Algra e Amare, dolci pillole, raccolta di aforismi per “Fotocopie” piccola collana di Infoshop di Bologna: «Sono ormai diviso in due fra musica e scrittura. Sicuramente l’ambito editoriale mi sta dando più soddisfazioni. Alfio Grasso, editore di Algra, è una persona seria e competente. Altre soddisfazioni le sto avendo dalla raccolta di aforismi, una cosa fighissima, perché è una collana dove pubblicano gli intellettuali importanti di Bologna. Una cosa prestigiosa per quanto piccola. Mi piace scrivere, aforismi, poesie, ora anche un romanzo che dovrebbe uscire a marzo, non ci si ferma mai. Per me scrivere è come respirare, dedico proprio parte della mia giornata a questo».
Cusa ama il gioco degli opposti conditi con giochi di parole, ed ecco alcuni suoi aforismi: “Espirare è spirare”, “L’innocenza può essere feroce”, “Dire è mentire”: «Molti motti nascono su Facebook - commenta -, poi ne ho voluto raccogliere alcuni su carta. Noto che talvolta questa mia enciclopedicità può infastidire».
Sono numerosi i prossimi appuntamenti di Cusa in Sicilia prima che egli torni, a febbraio, a Bologna, città che lo ha adottato ormai da anni. Venerdì 28 dicembre suonerà col Trio suonerà al Boozer di Catania, domenica 30 dicembre al Centro Zo di Catania condividerà il palco il filosofo Giuseppe Carbone per il progetto K & Spada; per l’Epifania al Mono di Catania suonerà con il sassofonista Carmelo Coglitore: «Un incontro fra due amici che ci suoniamo a vicenda».
Il 10 gennaio Stimmate e Amare, dolci pillole saranno presentati alla Libreria Mondadori di Catania, presenti gli scrittori Sal Costa e Francesco Gennaro e Giuseppe Carbone; il 12 gennaio la presentazione sarà fatta all’Auditorium della Rai di Palermo, presenti Carbone, l’editore Alfio Grasso, la pittrice Linda Randazzo, la musicologa Antonia Terzo, e la performer Nike Pirrone. Il 16 gennaio concerto del Trio al Moonshiners di San Giovanni La Punta, il 20 gennaio i libri saranno presentati al Circolo Nuovo, salotto letterario di Laura Puglisi a Catania, ed il 26 gennaio alla libreria Minerva di Siracusa.
Questa trasversalità accentuata piace molto all’artista catanese. «Segue il mio sentire. Quello di cui vado fiero è che posso permettermi di essere me stesso. I miei live sono ormai dei veri e propri happening, dove parlo molto su tante cose. Domenica da Zo a Catania, con il filosofo Giuseppe Carbone proponiamo “Molesta crudeltà” dove Giuseppe leggerà brani dei miei libri. Certe volte da solo sul palco suono e parlo, sto andando sempre di più verso un processo di sintesi di musica e parola che non mi dispiace».
Recensione del concerto: Francesco Cusa and the Assassins / Torrione Jazz Club, Ferrara / 26 novembre 2018 - il:2018-11-29
Recensione del concerto: Francesco Cusa and the Assassins / Torrione Jazz Club, Ferrara / 26 novembre 2018
Goethe diceva: “Quando mi prende la paura invento un’immagine”. E se si dovesse, dopotutto, inventare un’immagine sonora, per sfuggire alle paure quotidiane, alle banalità dilaganti e alle finte novità? Presto detto: Francesco Cusa & the Assassins, ieri sera, nello spazio magico del Torrione Jazz Club di Ferrara, lo hanno fatto, configurando un’immagine sonora nel sempre ricettivo sensorio uditivo del pubblico, che ha accolto con entusiasmo (due bis) la farmacoimmagine del quartetto, che ha proposto composizioni dai titoli sarcastici, improntati al frammentato e nervoso fraseggiare intorno alla precarietà della Salute Umana. In una scaletta attraversata da alcuni “classici” di Francesco Cusa (Antropofagy, Rheumatology) si sono susseguite composizioni metropolitane con il senso di felicità della nevrosi dello specchio, con lunghi squarci solistici di Valeria Sturba (lirismo e growl in un polistrumentismo solido e maturo) e di Giovanni Benvenuti (sassofonismo ultramoderno consapevole della tradizione e traboccante di idee efficaci), accompagnati dal solidissimo bassismo di Ferdinando Romano, attento fin nei dettagli alla cura delle micro-dinamiche e all’elasticità ritmica di Francesco Cusa, conduttore interno e liberatore esterno di un quartetto la cui energia performativa trova nella dimensione live un luogo d’elezione.
Recensione di "Black Poker" di Mauro Campobasso - il:2018-11-29
Mi domando, ma come cacchio fa, a fare tutte sta cose. :)
Black Poker è un disco dilaniato, per certi versi brutale, che alterna una scrittura seriale, intricata, ritmica, senza concessioni alla benchèminima retorica, ad improvvisi che riportano con la mente (grazie al sapiente lavoro sugli archi di Duccio Bertin)i, a Naked Luca di Howard Shore e Ornette Coleman, scritto e realizzato per l'omonimo film di Cronemberg.
Francesco realizza un'opera di in cui spettri e fantasmi si muovono liberi nello spazio sonoro. Ogni composizione è un piccolo film, con un suo mondo ben preciso. Tante piccole spine acuminate, che spuntano a tradimento nella poltrona dell'ascoltatore, costringendolo ad aprire bene le orecchie e serrare gli occhi, perché aprendoli durante l'ascolto, gli si potrebbe rivelare davanti qualcosa di terrificante.
Un album con una cifra alta, difficile, ostico e non per tutti (il che è un pregio alto in questi tempi di conformismo musicale), da maneggiare con cura e da riporre al sicuro".
Cusa e Lenoci al Fuori Squadro: di Ettore Garzia. - il:2018-10-28
Cusa e Lenoci al Fuori Squadro
Ieri, in un wine bar del centro cittadino foggiano, l'incontro con il batterista Francesco Cusa ed il pianista Gianni Lenoci. Di Gianni conoscete la mia stima professionale (sviscerata in tanti articoli di Percorsi Musicali) e l'amicizia che ci accomuna, perciò sposto la vostra attenzione su Cusa, anche perché l'evento lo riguardava direttamente non solo come musicista, ma anche come scrittore. Non avevo avvertito nessuno della mia partecipazione e questo è stato motivo di sorpresa per tutti, anche per Cusa, che in carne ed ossa non mi aveva mai visto. Francesco si è rivelato persona di una sincerità immediata, molto diverso da quanto mi aspettavo (dovevo eliminare l'idea di vederlo come un ferreo agitatore culturale), un uomo dall'ampio e riconosciuto bagaglio culturale che si svela solo nelle occasioni create appositamente per parlarne, posto che esse possono essere la presentazione dei suoi racconti o poesie oppure una semplice e mirata discussione. E' su questa direttiva, dunque, che ho avuto il tempo e la fortuna di delineare un primo sommario del mio incontro: dopo le inevitabili miserie che circondano il nostro mondo musicale, l'attenzione si è spostata sulle considerazioni dei suoi scritti (sui quali Cusa sembra voler evitare un confronto precipuo sugli stili percorsi) e poi sul tardi sulla musica, che prende tutt'altra direzione rispetto a quanto il batterista ha prodotto con Lenoci nel bellissimo cd "Wet cats" (vedi qui la mia recensione). L'esibizione è totalmente immersa nel jazz, niente Huxley od Orwell, con una serie di elaborazioni di standard (si parte da Ellington per arrivare a Gershwin, passando da Monk) e il solido carisma che accompagna i musicisti maturi: quanto a Cusa, l'espressione complessiva è il risultato di tocchi percussivi, fasi ritmiche scomposte e libera interpretazione su un drum set minimale, composto oltre che dal solito argomentario (piatto, rullante, grancassa e bacchette), anche da piccoli oggetti metallici di transito e buste di plastica: sebbene Cusa imponga un suo determinato sincronismo, ci sono alcuni momenti di assoluta libertà in cui si ricordano un pò quelle evoluzioni volanti di Han Bennink, il grande batterista olandese dell'improvvisazione (Francesco sposa il ritmo con il muro alle sue spalle, dove la prima parte del gesto ritmico si compie strisciando la bacchetta sul muro).
Una serata piacevolissima per i convenuti, nella quale Cusa si è preoccupato del benessere dei partecipanti con frasi del tipo "....siete tutti felici?...", dimensione che permette al musicista di respirare con mano quel senso tattile dell'ambiente, che è anche la risposta migliore al suo senso di gratificazione. Un onore avere dalle mie parti musicisti tanto quotati come Cusa e Lenoci.
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p.s. ringrazio Brunella Recchia, organizzatrice dell'evento, per l'accoglienza e i piacevoli minuti di conversazione. Le auguro di continuare su questa linea.
Recensione della mostra di LINDA RANDAZZO: “LA CARNE E IL SOSPIRO”. A cura di Sicilia Report. - il:2018-09-03
LINDA RANDAZZO: “LA CARNE E IL SOSPIRO”.
Linda Randazzo è una delle pittrici più straordinarie che abbia mai conosciuto. Ma Linda non è solo pittrice. Ella è filosofa in sommo grado, come solo una donna può esserlo, centrata com’è sul lato osceno della speculazione più radicale, figlia di un mondo perduto e antico, privo di confini.
La sua personale tenuta a Palermo (contemporaneamente la sua Dite e la sua Gerusalemme) è “mostra-mostrum” del figurativo, scandaglio del dettaglio d’un’umanità vista con occhi anfibi e, durante i rari momenti di quiete, da specie contemplative d’estrazione lovecraftiana. I corpi e i volti di Linda Randazzo descrivono una poetica post-cristica della viseità, d’un’umanità che si fa dottrina per il tramite d’una sintesi cognitivo-sottrattiva nella delega messianica di visi e corpi.
Gli stessi oggetti, che pure interagiscono con l’antropomorfo nei quadri, sono rappresentazione animistica del pensiero dei sapiens, mai così carnalmente surreale, mai tanto brutalmente spirituale come in queste tele che paiono evocare contesti infernali e purgatoriali ottocenteschi che rimandano a Blake.
E così il cavallo dell’Apocalisse imperversa su Mondello, non visto dai bagnanti: egli si vendica a colpi di teglie di “anelletti al forno”, distorcendo la prospettiva e rendendo “ontologiche” le grasse donne al bagno, nobilitando il concetto stesso di “salvagente” che pare assurgere al ruolo di “corpo” più del corpo stesso che circuisce. La Palermo di Linda Randazzo è innanzitutto corpo che, semmai, solo dopo si fa cemento, abusivismo, mafia. Sembra una rappresentazione locale del viaggio iniziatico di Jules Verne, un giro centripeto intorno al mondo delle smagliature e delle rughe, un viaggio senza tempo, da fermi, in cui si uniscono gli estremi d’una polarità assente. La pennellata di Linda non ha colore: è colore. Sembra quasi che questi quadri non abbiano avuto “scelta”, che si siano semplicemente “dati” alla contemplazione, che siano da sempre esistiti e che sempre esisteranno. Questo, alla fin fine, è la pittura di Linda Randazzo: un atto ineluttabile.
Grazie a Antonina Terzo per questa bellissima recensione del mio libro "Racconti Molesti" edito da Eris Edizioni. - il:2018-08-25
Grazie a Antonina Terzo per questa bellissima recensione del mio libro "Racconti Molesti" edito da Eris Edizioni.
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